Ipnosi: cos’è e a cosa serve?

Cos’è l’ipnosi? “Il fondamentale principio guida se si vuole conoscere l’ipnosi”, scrive Michael D. Yapko, “è ‘Ciò su cui concentriamo l’attenzione, lo amplifichiamo’. L’ipnosi non è altro che mettere meglio a fuoco le cose, allo scopo di migliorare la vita delle persone, compresa la nostra. Concentrare l’attenzione su cos’è giusto anziché sbagliato, sulle possibilità future e non sulla storia passata, su quello che si può cambiare in patologie prima ritenute senza speranza, sugli scopi da raggiungere senza lasciarsi distrarre da dubbi o irrilevanze. L’ipnosi è di aiuto in quanto offre un mezzo per concentrare intenzionalmente l’attenzione su ciò che conta e per mobilitare le abilità necessarie per far fronte efficacemente alle sfide della vita.”

Ma com’è possibile ottenere tutto questo? In che modo una persona può essere accompagnata a raggiungere questo stato di coscienza? Una sessione psicoterapeutica di ipnosi inizia invitando il paziente a sistemarsi comodamente su una poltrona, in un ambiente tranquillo, nel quale si cerca di ridurre il più possibile gli stimoli esterni, poi si suggeriscono al paziente delle immagini mentali. Osservando una persona in condizioni normali si notano tono muscolare, sguardo, interattività, frequenza cardiaca e frequenza respiratoria tutte nella norma; anche il suo stato di coscienza e la percezione del suo corpo saranno nella norma. D’altro canto, invece, si è certi che il paziente ha fatto esperienza dello stato di ipnotsi (la trance ipnotica) quando sono presenti tre caratteristiche fondamentali:

1. Il corpo del paziente esibisce alcuni segnali tipici del rilassamento: il battito cardiaco rallenta (è rilevabile visivamente attraverso la carotide), il ritmo del respiro si riduce, e la testa tende a piegarsi di lato (i muscoli del collo si rilassano); se gli occhi rimango aperti lo sguardo è fisso e perso nel vuoto, se invece gli occhi sono chiusi si notano dei piccoli movimenti delle palpebre detti “fluttering” (nella fase di rilassamento il corpo di solito esibisce alcuni movimenti “a scatto” che precedono il rilassamento profondo).

2. Si verificano alcuni comportamenti “bizzarri” che sono fenomeni tipici dello stato ipnotico, come la levitazione del braccio. Questo fenomeno viene sollecitato dall’ipnotista proponendo al paziente l’immagine, ad esempio, di palloncini pieni di elio attaccati al polso che iniziano a volare verso il cielo: in contemporanea il  braccio del paziente inizia a muoversi con dei micro movimenti che non sono riproducibili volontariamente e si alza verso l’alto (il paziente, conclusa la sessione di ipnosi, riferisce di aver sentito il braccio muoversi ma che non si trattava di un movimento volontario). Questi fenomeni ipnotici sono prodotti da una parte inconscia del paziente che risponde in modo molto reattivo alle immagini proposte dal terapeuta. Un altro fenomeno ottenibile nello stato ipnotico è la catalessi, in cui viene suggerita un’immagine differente come quella, ad esempio, che il braccio diventa duro e rigido come una sbarra d’acciaio. Si ottiene che né il paziente né il terapeuta riescono a piegare il braccio, neanche utilizzando una discreta forza. Questo accade fintanto che il paziente mantiene a mente la suddetta immagine; infatti egli resta sempre padrone di quello che succede e rimane in grado di uscire da questo stato ogni volta che vuole. Se ad esempio nella stanza si verificasse un pericolo di qualche tipo, come un incendio improvviso, il paziente non avrebbe nessuna difficoltà a uscire dalla trance ipnotica e scappare. 

3. A livello di coscienza e percezione il paziente si sente pervaso da un grande senso di benessere, non solo fisico ma anche mentale. Una volta finita la sessione di ipnosi il paziente di solito riferisce che si sente come se avesse dormito per molte ore di seguito anche se la sessione è durata una ventina di minuti. Durante la trance ipnotica il paziente non sta dormendo ed è consapevole delle parole del terapeuta e di tutto quello che lo circonda. Nonostante ciò è in grado di staccarsi da tutto quello che non è di interesse e lo disturba (ad esempio i rumori di fondo vengono uditi ma non memorizzati). Inoltre la percezione del tempo che passa è diversa e il campo di attenzione si restringe e diventa possibile accedere a una grande capacità immaginativa; questo permette il verificarsi di un qualche grado di dissociazione psichica, ovvero il paziente resta cosciente di dove si trova ma la sua mente può viaggiare libera in  posti immaginari, e ad eventi passati o futuri.

Il medico Giuseppe Regalo per spiegare l’ipnosi propone di immaginarsi che dentro ciascuno di noi risiedano tre facoltà: la critica, la logica e l’immaginazione. Queste tre “aree” è come se convivessero all’interno di una stessa “batteria”: più spazio è occupato da una, meno spazio sarà occupato dalle altre. Per far sì che una persona riesca ad accedere alla trance ipnotica è necessario aumentare lo spazio dedicato all’immaginazione, diminuendo quello per la critica e per la logica. In tal senso, suscitando un senso di fiducia nel paziente il terapeuta abbatte la critica, parlando in modo semplice e immediatamente comprensibile riduce l’uso della logica, e utilizzando un linguaggio ricco di analogie, storie e metafore amplifica lo spazio dedicato all’immaginazione.  Detto in altri termini, dentro di noi albergano tre anime: il buon scettico che critica tutto, il provetto scienziato che tutto mette alla prova, e il bambino sognatore che si lascia guidare dall’immaginazione; tutte e tre sono facoltà importanti, ma quando viene dato più spazio all’immaginazione, le sensazioni di benessere aumentano vertiginosamente.

Perché usare l’ipnosi? Citando ancora una volta Yapko “Ciò che più conta è l’accumularsi di prove obiettive che l’ipnosi, quando interviene nel processo terapeutico, ne aumenta gli effetti positivi”. L’ipnosi è stata utilizzata nel trattamento di troppi disturbi e quadri clinici per poterli nominare tutti, ma alcune delle sue applicazioni più note sono nella terapia del dolore, dell’ansia, dello stress post-traumatico, della depressione, delle fobie, dei disturbi infantili, delle coliti e delle turbe dissociative. La ricerca scientifica ha dimostrato che, a parità di trattamento terapeutico utilizzato, l’aggiunta dell’ipnosi aumenta l’efficacia del trattamento stesso.

L’autore

Ho ideato la Terapia Breve delle Esperienze di Equilibrio e il metodo ScritturaStrategica®. Sono docente di Psicologia della Creatività alla Scuola Holden e di Terapia Breve in Scuole di Specializzazione in Psicoterapia. Sono autore di libri di saggistica e di divulgazione psicologica, tra cui La sottile arte di incasinarsi la vita (Mondadori).

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